Durante l’indagine (udienza 7 gennaio 2010) sulla strage di Brescia, condotta dal giudice istruttore Salvini, compare per la prima volta l’espressione “Blue Moon”. È Roberto Cavallaro, imputato nell’istruttoria sulla Rosa dei Venti e collaboratore del SID (nome del servizio segreto italiano dal 1966 al 1977), a parlarne come di un’operazione CIA, finalizzata al controllo e manipolazione degli ambienti giovanili contestatori. L’operazione, tramite pesanti tecniche invasive come la diffusione di sostanze stupefacenti (LSD ed eroina), ripropone quanto attuato negli Stati Uniti da CIA ed FBI contro il movimento di contestazione giovanile e l’afro-americano Black Panther Party: narcotizzare le coscienze, demotivare l’impegno politico e sociale, ridimensionare i numeri, depotenziare la carica di opposizione, marginalizzare se non annichilire, dissolvendoli, i movimenti. Allo stesso tempo, isolare nella società, screditando un’intera generazione di giovani alternativi per il tramite di uno stereotipo che li accomuni ai capelloni e quindi al tossicodipendente.
FBI e CIA operano in modo capillare nelle comunità hippy, fra gli studenti, nei movimenti di contestazione al sistema capitalista e alla guerra in Vietnam, in quelli di contro cultura (uguali diritti per tutti: bianchi, neri, ispanici, nativi, ecc.) e nei ghetti afroamericani dove, dal 1966, prende sempre più piede il Black Panther Party. Si parte dalla California, da uno degli atenei più famosi al mondo, Berkeley, per poi estendersi ad altre università. Agli inizi degli anni Sessanta comincia a diffondersi nel movimento studentesco statunitense l’uso di stupefacenti come evento di gruppo. All’inizio si tratta di marijuana, poi arrivano le droghe cosiddette psichedeliche (LSD, STP e mescalina), quindi anche l’eroina. Anni e anni dopo, dai documenti desecretati, si verrà a sapere che l’FBI aveva già, nella seconda metà degli anni Cinquanta, un suo programma, Cointelpro (1956-1971), tramite il quale finanziava con discrezione intellettuali, artisti, musicisti e movimenti che si facessero propugnatori della valenza liberatoria degli “stati alterati di coscienza” attraverso le droghe. Un universo eterogeneo di personalità tanto influenti quanto carismatiche, fra le quali risulta difficile distinguere gli agenti sotto copertura attivi nell’introdurre all’uso di sostanze psicotrope i giovani attivisti, in un contesto complesso di fervore rivoluzionario, di opposizione all’autoritarismo e insieme di supposta ricerca delle proprie profondità interiori con l’aiuto delle droghe, un’inclinazione sfruttata dal governo USA per controllo e repressione.
Accanto al FBI opera anche la CIA che, nell’aprile del 1953, inaugura l’Mk-Ultra, il progetto per studiare come condizionare o decondizionare il comportamento di amici e nemici intervenendo su una grandissima varietà di sistemi fisici, culturali, psicologici ed elettronici. Si sperimentano, su soggetti consapevoli e non, sostanze psicotrope. Dall’utilizzo delle droghe durante gli interrogatori si passerà al loro uso massiccio nella disarticolazione delle componenti ribelli della società. I finanziamenti sono canalizzati attraverso l’istituto The Society For Human Ecology ed i suoi uffici nelle università di Harvard, Stanford, Berkeley e alla Kaiser Foundation Hospital di Oakland. Altro istituto di copertura è il Berkeley Istitute for Personality Assessment and Research. I progetti di CIA e FBI si incrociano in un intreccio di progetti simili (Operazione “Cointelpro” per il FBI e, dal 1967, Operazione “Chaos” per la CIA) al fine di distruggere ogni velleità rivoluzionaria nel Paese e negli Stati esteri che, attraverso la NATO, sono sotto il loro controllo.

Cavallaro partecipa nel 1975 ad una riunione in Francia sui Monti Vosgi (tra Alsazia e Lorena) con alti funzionari di servizi segreti di diversi Paesi e figure di estrema destra. L’Operazione “Blue Moon”, ideata nel 1972 come nuova strategia non ortodossa per diversi Paesi in Europa, si inscrive nel fenomeno culturale e sociale di quel periodo del consumo di droghe, indirizzandolo in chiave consumistica e autodistruttiva di una generazione temuta perché “troppo ribelle”. Si ha pertanto il passaggio dalla marijuana, che per un po’ sparisce dal mercato, all’eroina. Questa strategia irrobustisce l’intervento della repressione già in essere ed in Italia è avviata verso la fine del periodo stragista. Gli anni dal 1968 al 1975 vedono un crescendo dell’antagonismo politico e sociale del movimento studentesco e dell’estrema sinistra, alzando d’intensità, partecipazione e forza le prime manifestazioni di ribellione del mondo giovanile italiano che tra il 1960 al 1964, in conseguenza della situazione storico sociale del nostro Paese, avevano trovato coesione e coscienza politica.
Dalle università alle campagne alle fabbriche è un fermentare critico nei confronti di un sistema trasversalmente dispotico. Tra il 1968 ed il 1969 i movimenti studentesco, operaio e contadino vengono percepiti dalle classi dominanti USA e da quelle loro referenti in Italia come pericolosi per gli equilibri imposti da un sistema a trazione capitalista sostenuto dalla visione imperialista USA. Si è in piena Guerra Fredda e l’Italia, inquadrata nel patto Atlantico voluto dagli USA, è già considerata un’«anomalia» avendo al suo interno il più forte partito comunista (PCI) dell’Europa occidentale. Alla strategia stragista di stabilizzazione (delle classi dominanti) già avviata a Portella delle Ginestre il 1° maggio 1947, proseguita e poi intensificatasi dal 12 dicembre 1969 (bombe alla Banca dell’Agricoltura a Milano) subentrerà la strategia della narcotizzazione quanto più di massa possibile di quella generazione di giovani affacciatasi alla militanza politica di sinistra.

Tra il 1974 e il 1975, l’eroina comincia a comparire sul mercato illegale italiano in grande quantità. Per approfondimenti su ‘come’ questo fu ‘costruito’ negli anni e reso possibile, tramite anche campagne mediatiche e la partecipazione «se non in maniera attiva, certamente senza frapporre ostacoli», dei «servizi di sicurezza e gli stessi organi di polizia del nostro Paese» si legga quanto scrive Vincenzo Macrì, giudice istruttore e componente della Direzione Nazionale Antimafia dal 1993 al 2010, su Wall Street International Magazine (22 giugno 2018) sull’«uso politico e militare di sostanze stupefacenti di vario tipo, come arma segreta per combattere fenomeni di contestazione giovanile» (https://wsimag.com/it/economia-e-politica/39101-droga-di-stato). Ad analoghi esiti arriva l’indagine giudiziaria condotta dal giudice istruttore di Milano, Guido Salvini, sulle formazioni della destra eversiva in Italia (https://guidosalvini.it/wp-content/uploads/2018/10/LAginter-Press-e-il-Piano-Caos-relazione-ROS-Carabinieri-Roma-26-luglio-1996.pdf). Avvalendosi della desecretazione disposta dall’Amministrazione Clinton di documenti classificati, Salvini delegherà i Carabinieri del Ros a presentare il 23 luglio 1996 un dettagliato rapporto, intestato «Annotazione sulle attività di guerra psicologica e non ortodossa (psychological and low density warfare) compiute in Italia tra il 1969 e il 1974 attraverso l’“AGINTER PRESSE”» nel quale emergono gli intrecci tra estrema destra italiana, servizi segreti italiani ed apparati USA.
Un capitolo della storia di dipendenza e sudditanza nazionale della Repubblica italiana non archiviabile e, come problematica, ancora attuale.

Laura Bredariol
(n. 51 – settembre/ottobre 2021)