Piccola cittadina situata a sud di Caltanissetta, Niscemi è assurta recentemente all’onere delle cronache nazionali in virtù di numerose proteste della comunità paesana e non solo. Del resto, a garantire l’importanza del centro siciliano si è scomodata recentemente la stessa Annamaria Cancellieri, già ministro dell’Interno del governo Monti, prodiga di atteggiamenti imperiosi nel rivendicare il borgo come «sito di interesse strategico per la difesa militare della nazione e dei nostri alleati» 1

Non c’è che dire, dichiarazioni tanto perentorie da sembrare fuori luogo; in realtà il riferimento agli “alleati” si rivela ben presto un indizio importante nella comprensione della questione, ad iniziare dall’oggetto del contendere: il MUOS. La bizzarra sigla, acronimo di Mobile User Object System, descrive un sistema militare di comunicazione satellitare ad altissima frequenza, gestito dal ministero della Difesa degli Stati Uniti d’America: stando alle dichiarazioni dell’Ambasciata statunitense a Roma, il MUOS, discusso fin dal 2005 con il governo italiano, si configurerebbe come un tassello importante «for NATO and US military and humanitarian operations» 2

Non è difficile scorgere, tra le righe dei formalismi, il riconoscimento delle capacità di un mezzo in grado di aumentare esponenzialmente il controllo su ogni ambito relativo all’esercizio del potere. 

Malgrado si tratti di un progetto d’avanguardia, il MUOS non è interamente in incubazione, tanto che i quattro satelliti operativi in orbita (oltre ad uno di riserva) si aggiungeranno in un secondo momento alle tre stazioni a terra già esistenti: due di esse sono dislocate in territorio statunitense (rispettivamente in Virginia e nelle isole Hawaii), la terza nell’Australia occidentale. Quanto al quarto ed ultimo terminale, secondo le intenzioni nord-americane troverà ospitalità proprio nei pressi di Niscemi, nella base già esistente di contrada Ulmo.  

Già, ma perché proprio Niscemi? La trattazione delle motivazioni geo-strategiche esula dai limiti di questo scritto, pur essendo sommariamente comprensibili (vicinanza della Sicilia al Vicino Oriente). Tuttavia, la domanda non è oziosa, anche perché il territorio su cui si vorrebbe edificare l’impianto militare si trova nel bel mezzo della Riserva Naturale Orientata “Sughereta di Niscemi”, oasi protetta istituita dalla regione Sicilia con D.A. del 25 luglio 1997, riconosciuta come «il più importante relitto di sughereta mista a lecceta esistente nella Sicilia Centrale» 3

Se la disattenzione statunitense in ambito naturalistico non stupisce, ad ogni modo resta poco comprensibile la mancata attribuzione del MUOS alla base statunitense di Sigonella4, distante circa 60 chilometri da Niscemi. Per fortuna dell’Italia e del suo rassegnato futuro, ad aggiungere tasselli conoscitivi provvide alcuni mesi or sono il Comandante di vascello della Marina statunitense Thomas Quin, che, intervistato in merito, elencò due motivazioni alla base dell’installazione delle apparecchiature a Niscemi: l’altezza del MUOS, superiore a quanto previsto dalla legislazione italiana nei pressi di un aeroporto, e la volontà di evitare pericoli ai propri velivoli aventi a bordo armi innescate, qualora fossero incappati nel cono di onde elettromagnetiche trasmesso dal MUOS5

Malgrado ciò –si affrettava a puntualizzare lo scrupoloso ufficiale– il MUOS non avrebbe avuto alcun effetto sugli ordigni presenti nella base. 

Evidentemente, l’installazione di un centro di tale portata, preposto ad integrare forze navali, aeree (droni compresi) e terrestri in movimento in qualsiasi parte del mondo, pone delle problematiche di natura diversa, ma di primaria importanza. Innanzitutto, il rischio per la sicurezza: proprio a causa della sua centralità nell’apparato militare statunitense, il MUOS si configurerà come un obiettivo militare sensibile. Ci sono poi le problematiche relative all’interesse nazionale: ospitare un centro di intelligence dotato di caratteristiche così notevoli equivale a sottoporsi ad un monitoraggio costante, una sorta di “Grande fratello” con regìa d’Oltreatlantico. 

A corollario delle questioni geopolitiche e di sicurezza vi sono, non meno importanti, i rischi per la salute. La specificità del MUOS, ricordiamolo, consiste nell’emissione di onde elettromagnetiche ad alta frequenza: ciò mediante l’installazione di tre grandi antenne paraboliche (due continuativamente in funzione e una di riserva) funzionanti per le trasmissioni verso i satelliti geostazionari e di due trasmettitori elicoidali (uno continuativamente in funzione e l’altro di riserva) per il posizionamento geografico. 

A tali dubbi e perplessità si è sommata una relazione scientifica, redatta nel novembre 2011 da due esperti del Politecnico di Torino: il Prof. Massimo Zucchetti 6 ed il Dott. Massimo Coraddu 7. Nel loro scritto, stilato per conto del Comune di Niscemi, i due consulenti evidenziano in maniera circostanziata le criticità del MUOS, giungendo alle seguenti deduzioni: «In conclusione, per un principio di salvaguardia della salute della popolazione e dell’ambiente, non dovrebbe essere permessa alcuna installazione di ulteriori sorgenti di campi e.m. presso la stazione NRTF di Niscemi, e anzi occorre approfondire lo studio delle emissioni già esistenti e pianificarne una rapida riduzione, secondo la procedura di “riduzione a conformità” prevista dalla legislazione italiana in vigore. Alle emissioni del sistema MUOS sono associati rischi di gravi incidenti e di danni per la salute della popolazione e per l’ambiente, che andrebbero attentamente valutati, e che ne impediscono la realizzazione alla distanza di appena qualche Km da aree densamente abitate, come quella della cittadina di Niscemi» 8.

La reazione della comunità locale non si fa attendere. Già nel 2008 il sindaco di Niscemi, Giovanni Di Martino (Partito Democratico), invoca l’intervento dell’Arpa, l’Agenzia ambientale regionale, per capire se l’installazione avesse potuto provocare danni all’ambiente e alle persone. Alle perplessità del primo cittadino, si aggiungono in breve anche le rimostranze della comunità paesana: il 26 febbraio 2009 tremila persone scendono in piazza contro il MUOS, in una manifestazione promossa dagli studenti del locale liceo scientifico Leonardo da Vinci, cui aderiscono anche i sindaci dei comuni limitrofi (Caltagirone, Gela eccetera). 

È l’inizio di un processo d’opposizione in netto crescendo, che vede coinvolti gli abitanti della zona in una lotta serrata alle mire atlantiche. Il 6 ottobre 2012 circa cinquemila persone partecipano a Niscemi alla manifestazione nazionale indetta dai Comitati contro il MUOS 9: con un tempismo singolare, poche ore prima la Procura di Caltagirone aveva disposto il sequestro della stazione radio MUOS, in quanto l’installazione violava le prescrizioni fissate dal decreto istitutivo dell’area protetta. Con tempismo ancor più straordinario, stante la coincidenza con la conclusione delle elezioni regionali, in data 28 ottobre 2012 il Tribunale della Libertà di Catania annulla il sequestro, dando così il via libera alla ripresa dei lavori. 

Nel gennaio 2013 interviene il neo-eletto Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta (Partito democratico), il quale avanza la richiesta di sospensione dei lavori di installazione delle quattro antenne del MUOS. Alla netta presa di posizione da parte dei vertici politico-amministrativi regionali fa seguito la levata di scudi da parte di vari esponenti del mondo della cultura e financo dello spettacolo (Rosario Fiorello lancia un appello ai mezzi di comunicazione nazionali, sollecitati ad approfondire la questione). L’opposizione registra dunque il suo climax il 29 marzo 2013, quando la Regione Siciliana revoca in via definitiva l’autorizzazione alla costruzione della stazione MUOS a Niscemi. L’energica decisione lascia insoddisfatto il ministero della Difesa della Repubblica italiana, che di lì a poco presenta ricorso al Tar Sicilia, chiedendo l’annullamento della revoca e la condanna della Regione al risarcimento danni. Il 9 Luglio 2013 il TAR di Palermo respinge le obiezioni sollevate dal ministero della Difesa: nel corso del processo, spiccano le dichiarazioni rese dal perito del Tribunale amministrativo, il docente universitario Marcello D’Amore, il quale conferma i rischi del MUOS per la salute di persone e per l’intera biocenosi della Riserva “Sughereta di Niscemi” 10. Fulmine a ciel (quasi) sereno, giunge poi la relazione finale del Gruppo di Lavoro MUOS interno all’Istituto Superiore di Sanità, di parere opposto a quello degli esperti espressisi fino a quel momento. Il rapporto dell’ISS termina infatti con le seguenti parole: «Non sono prevedibili rischi dovuti agli effetti noti dei campi elettromagnetici, e anche nell’ipotesi poco probabile di un puntamento delle antenne paraboliche a livello del terreno, o comunque nella direzione delle

persone che potrebbero essere esposte al fascio principale, si ritiene che tali rischi possano essere considerati del tutto trascurabili» 11

Il 25 luglio 2013, puntualmente, la Regione Siciliana revoca lo stop autorizzativo al MUOS12, suggellando con il proprio atto l’inizio dei lavori e la validità di una locuzione antica: Ubi maior, minor cessat. Se nella storia umana non vi è niente di fatidico, sarebbe però opportuno aggiungere alla suddetta citazione un corollario tanto semplice quanto inequivocabile: rebus sic stantibus

Matteo Giurco 
(Indipendenza n. 35 – novembre/dicembre 2013) 

1. Dichiarazioni riportate da vari organi di stampa, vedasi per esempio  http://www.ilfattonisseno.it/2013/01/mous-di-niscemi-il-ministro-cancellieri-e sito-di-interesse-strategico/ 

2. Statement by the U.S. Embassy on the MUOS http://italy.usembassy.gov/news events/embassy-statement-on-muos.html 

3. La Riserva viene inserita nella rete Natura 2000 come sito di interesse  comunitario SIC ITA05007  

4. http://www.ceaniscemi.it/sughereta/decreto_Sughereta_Niscemi.pdf 4. Teatro della celebre crisi (ottobre 1985), Sigonella ospita la principale base aerea della marina nord-americana nell’area del Mediterraneo centro-meridionale, il che  le garantisce il soprannome statunitense di “the hub of Med”, il fulcro del  Mediterraneo. 

5. http://www.youtube.com/watch?v=NT82eB0fpWg 

6. Professore Ordinario di Impianti Nucleari presso il Politecnico di Torino  (cattedra di “Protezione dalle Radiazioni”). 

7. Consulente esterno presso il Dipartimento di Energetica del Politecnico di  Torino. 

8.  staff.polito.it/massimo.zucchetti/RelazionRischiAssociatiRealizzazioneMUOS1.pd f. 

9. http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/palermo/notizie/cronaca/2012/6- ottobre-2012/muos-cinquemila-manifestazione-dire-no-soddisfatti-il-sequestro 2112137339421.shtml 

10. Antonio Mazzeo, solenne STOP della Sapienza al MUOS di Niscemi,  http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/2013/07/solenne-stop-della-sapienza-al muos-di.html 

11. Pag. 24 della relazione finale del Gruppo di Lavoro MUOS – Istituto Superiore della Sanità, www.iss.it/binary/pres/cont/Relazione_Finale_GdL_MUOS.pdf.

12. http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/sicilia/2013/07/24/Muos-Regione revoca-stop-autorizzazione_9068983.html